Mark Knopfler - Blood and Water - Mark Knopfler's World

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Testi e traduzioni


Mark Knopfler
Privateering

Pubblicazione: 3 settembre 2012
Durata: 90min 07s
Dischi: 2
Tracce: 20
Etichetta: Mercury Records, Universal
Produttore: Mark Knopfler, Guy Fletcher e Chuck Ainlay
Registrazione: British Grove Studios di Londra, 2011-2012


Disco 1

Disco 2

Deluxe Edition bonus disc
Hill Farmer's Blues - 5:18    

Super Deluxe Edition bonus disc
Follow the Ribbon - 8:07    

Traccia disponibile con il download digitale da http://www.amazon.de


A cura di Francesco Moretti

“La mia idea del Paradiso è un luogo dove il fiume Tyne incontra il Delta del Mississippi…”

Questa frase, famosissima, di Capitan Knopfler la conoscete tutti, ne sono certo.
Così come sono certo che sappiate tutti quanto il Nostro ami ricordare il suo amato fiume, al punto di nominarlo in tante delle sue canzoni.
Non ci sono, invece, molte raffigurazioni dell’altro fiume amato da Mark, al punto da immaginarlo come parte dello scenario di un eventuale Paradiso degli artisti come lui.
Ed allora ecco questo Blood And Water, brano non so quanto tenuto in considerazione dagli esperti, ma a mio modesto parere di provato valore, a colmare la lacuna e a darci, nel contempo, qualche importante nozione storica, politica e non solo.
L’argomento della canzone è, come detto, il fiume Mississippi, nome derivante dalla francesizzazione (Messipi) di quello datogli dai nativi americani Algonchini, che lo chiamavano Misiziibi, cioè Grande Fiume, e citato da Mark con uno dei suoi soprannomi più famosi, cioè Old Man.
Ed il contesto entro il quale questo grande fiume è nominato è un preciso e tragico avvenimento storico che lo riguarda, vale a dire la Grande Alluvione dell’anno 1927.
Passata alla storia come l’alluvione più catastrofica nella storia degli Stati Uniti d’America, fu causata da un lungo periodo di precipitazioni eccezionali, cominciate a partire dall’estate del 1926.
Gli stati colpiti furono l’Arkansas, l’Illinois, il Kentucky, la Louisiana, il Mississippi, il Missouri, il Tennessee, il Texas, l’Oklahoma ed il Kansas, per un totale di 27.000 miglia quadrate di territorio alluvionato, con danni per un valore di un miliardo di dollari di allora.
I danni a persone e cose, purtroppo, non furono l’unico problema.
A causa delle tensioni razziali, purtroppo di casa nel sud degli Stati Uniti, moltissimi cittadini afroamericani vennero fatti accampare presso gli argini del Mississippi, e costretti con la forza a rimanere là per lavorare al loro rinsaldamento, mentre le popolazioni di pelle bianca poterono evacuare la zona, per raggiungere zone più sicure.
La cosa durò diversi mesi, dopodiché, stanchi del dover sopportare tutte queste angherie, gli afroamericani si ribellarono e migrarono in massa, nell’ordine delle decine di migliaia, verso le città del nord e del midwest, in particolare Chicago.
La cosa ebbe anche importanti ripercussioni politiche.
Herbert Hoover, che si fece una reputazione dirigendo (in quel modo ameno…) le operazioni di soccorso nelle vesti di Segretario del Commercio sotto la presidenza di Calvin Coolidge, vinse, l’anno seguente, sia la nomination del Partito Repubblicano che le elezioni presidenziali.
Fu inizialmente lodato per quella gestione dei campi per i rifugiati, poi però i rapporti sui maltrattamenti alle popolazioni di pelle nera, dapprima tenuti all’oscuro dei mezzi di comunicazione di massa per ordine di Hoover stesso, cominciarono a saltare fuori, e lo portarono a fare tantissime promesse alle comunità afroamericane, che ovviamente non mantenne.
Il risultato fu la perdita del loro voto nella sua campagna di rielezione nel 1932, e lo spostamento generalizzato, da allora, del voto dei neri verso i Democratici.
Il Nostro, da navigato cantastorie qual è, ci racconta questo piccolo, ma importante estratto di storia americana con maestria ed ironia tagliente, sintetizzando in due strofe una vicenda che avvrebbe avuto ripercussioni importantissime a riguardo non solo degli stati del Delta del Mississippi, ma anche di tutti gli Stati Uniti, per anni e anni, con il riferimento alla capanna vuota che rappresenta esemplarmente la distanza venutasi a creare tra le due principali etnie, e con la chiosa “se ne sono andati - qui è finito tutto” a risuonare, ahimè giustamente, quasi come una maledizione.
Ma i riferimenti nascosti in questa canzone non si fermano qui.
Il nostro Capitano, oltre a narrarci di geografia e storia americana, tratta anche di colui che, dopo averli vissuti in prima persona, ha anche scritto e cantato di quei tragici avvenimenti.
Trattasi del grande cantautore blues Charley Patton, considerato dagli storici come il “Padre del Blues del Delta del Mississippi”, ed ispiratore, tanto per nominarne alcuni, di musicisti come Robert Johnson, Howlin’ Wolf e John Lee Hooker.
Da dove lo capiamo?
Dal riferimento all’ “acqua alta”.
Patton, difatti, scrisse e cantò personalmente la canzone High Water Everywhere, che raccontava, in un linguaggio forte e diretto, degli avvenimenti sopracitati e della situazione che andava degenerando di ora in ora, con punte di autentica denuncia sociale, come nel verso “…I would go to the hill country, but they got me barred…” (“…Sarei andato anch’io sulle colline, ma mi hanno proibito di farlo…”), che la dice lunga su quali fossero i rapporti tra i proprietari terrieri bianchi ed i lavoratori neri in quel periodo.
Questo grande autore, accomunato al Nostro dal suonare la chitarra, dall’essere vissuto in centri abitati vicino al fiume e dalla grande versatilità artistica (era, infatti, in grado di passare dal blues tradizionale allo hillbilly tipico dei coloni bianchi, dalle ballate classiche del 19o secolo al country), sarebbe morto in ancor giovane età (43 anni) a causa di un grave problema alla valvola mitralica del cuore, facendo comunque in tempo a lasciare un’importante eredità, fatta di tante registrazioni, e ad essere un’importante fonte di ispirazione per altri grandi artisti a venire, non ultimo Bob Dylan, che a Patton dedicò la canzone High Water (For Charley Patton), contenuta nell’album Love And Theft, datato 2001.
Quindi ringraziamo ancora e sentitamente il Nostro per questa piccola lectio magistralis su acqua e sangue, due elementi, in quelle martoriate zone, da sempre a rischio di straripamento (pure ai giorni nostri…), ed attendiamo con fiducia la sua prossima entrata sul diario di bordo.


Sangue e acqua

Sangue e acqua, destinati a straripare,
sangue e acqua, destinati a straripare.
Beh, non c’è più l’acqua alta,
ma so che il Mississippi sta solo aspettando il momento giusto.

Fu mandato lassù, sull’argine,
ma ora se ne sono andati a nord,
non faranno più niente per te, adesso,
e non continuare a fare domande,
se ne sono andati - qui è finito tutto.
A volte lo vedo scorrere,
al calar della sera,
ti ho visto sul suo corso,
ti ho visto all’alba,
guarda laggiù a quella capanna vuota,
lo sai meglio di me,
non torneranno indietro,
se ne sono andati - qui è finito tutto.

Sangue e acqua, destinati a straripare,
sangue e acqua, destinati a straripare.
Beh, non c’è più l’acqua alta,
ma so che il Mississippi sta solo aspettando il momento giusto.

Tante promesse,
non ne abbiamo mantenuta una,
abbiamo tenuto con la forza la gente sugli argini,
con gli sceriffi ed i fucili a pompa,
se ne sono andati - qui è finito tutto.
Guarda laggiù a quella capanna vuota,
lo sai meglio di me,
non torneranno indietro,
se ne sono andati - qui è finito tutto.

Sangue e acqua, destinati a straripare,
sangue e acqua, destinati a straripare.
Beh, non c’è più l’acqua alta,
niente più acqua alta,
non c’è più l’acqua alta,
ma so che il Mississippi sta solo aspettando il momento giusto.


Lyrics

Blood and Water

Blood and water, bound to overflow,
blood and water, bound to overflow.
Well, there’s no more high water,
but the Old Man’s just waiting, i know.

He was sent up on the levee,
now they’ve gone up country,
they won’t do nothing for you now,
and don’t go asking me,
they’ve gone – it’s all over here.
Sometimes i’d see her passing,
with the evening coming on,
i’ve seen you on her pathway,
i’ve seen you at dawn,
look over yonder at that empty shack,
you know as well as i do,
they ain’t coming back,
they’ve gone – it’s all over here.

Blood and water, bound to overflow,
blood and water, bound to overflow.
Well, there’s no more high water,
but the Old Man’s just waiting, i know.

So many promises,
we broke them, everyone,
kept people on the levees
with sherrifs and shotguns,
they’ve gone – it’s all over here.
Look over yonder at that empty shack,
you know as well as i do,
they ain’t coming back,
they’ve gone – it’s all over here.

Blood and water, bound to overflow,
blood and water, bound to overflow.
Well, there’s no more high water,
no more high water,
there’s no more high water,
but the Old Man’s just waiting, i know.




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