Mark Knopfler - Piper to the End - Mark Knopfler's World

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Testi e traduzioni


Mark Knopfler - Get Lucky


iTunes and Amazon bonus tracks
Early Bird - 5:36
Time in the Sun - 2:52
Deluxe Edition bonus tracks
Pulling Down the Ride - 2:41
Home Boy - 3:15
Good as Gold - 3:27



A cura di Francesco Moretti

Piper To The End è dedicata a mio zio Freddie, il caporale Frederick John Laidler, un cornamusiere del Primo Battaglione del Tyneside Scozzese, appartenente al corpo del Reggimento Reale delle Terre Alte chiamato Le Guardie Nere.
Lui portò le sue cornamuse in battaglia, e fu ucciso con loro a Ficheux, vicino ad Arras, il 20 di Maggio del 1940, all’età di vent’anni.
Non l’ho mai conosciuto, ovviamente.
Ma avevo un rapporto stupendo con mio zio Kingsley, il fratello di mia madre.
Fu lui, per primo, ad insegnarmi a suonare il boogie-woogie al pianoforte, e Freddie era il suo fratello più vecchio.
Le cornamuse hanno sempre esercitato un grande fascino su di me, ed essendo cresciuto, sia a Glasgow che a Newcastle, in casa di mia nonna, avevo sempre modo di ascoltare i dischi di Jimmy Shand, cosicché il suono della musica Celtica mi è sempre stato familiare.”

Con il ricordo, commosso e malinconico, del Nostro, si apre l’introduzione al caso numero undici, e così come per Remembrance Day, la traccia numero otto, il contesto e l’ambientazione sono quelli della guerra e dei soldati morti a causa di essa (Mark ha devoluto i proventi dei dischi singoli di queste due canzoni alla Legione Reale Britannica, un’organizzazione di beneficenza che provvede a dare supporto sociale e finanziario alle persone che hanno servito, o che stanno tuttora servendo, nelle Forze Armate Britanniche, ed ai loro famigliari).
La differenza è che, in questo caso, entra in ballo il fattore personale, di famiglia, e dell’importanza di questo fattore l’ascoltatore si rende conto subito.
A partire dall’arrangiamento musicale, con il suono suggestivo delle cornamuse a dare l'attacco ed a suonare la linea melodica principale, come a voler introdurre il protagonista, accompagnate dal sottofondo di chitarra acustica e dai fraseggi, brevi ma di grandissimo effetto, della Les Paul del ‘58 del Nostro.
Un arrangiamento che ancora oggi, e non ho nessun problema ad ammetterlo, mi fa scendere più di una lacrima dagli occhi, già dalle prime note.
Per continuare con il testo, che si rivela essere un racconto, commovente e pieno di trasporto, di zio Freddie stesso, che descrive i suoi ultimi momenti, compreso l’attimo fatale, in una maniera talmente bella e poetica da quasi non far sembrare che il contesto è tragico e l’argomento trattato è la fine di una vita.
Ora, non ci è dato di sapere come fosse zio Freddie come persona, durante la sua breve esistenza.
Ma quello che si evince da questa canzone, che quasi sicuramente è una mescolanza del sunto dei racconti dell’altro zio, Kingsley, con la usuale vis poetica di Knopfler, è il ritratto di una persona allegra, che amava la vita, che teneva in grande considerazione i valori dell’amicizia e della condivisione con gli altri, e che aveva, come buona parte della famiglia del Nostro, la musica nel sangue al punto che avrebbe, probabilmente, suonato le sue cornamuse anche al di fuori del contesto militare.
E sebbene la sua sfortuna sia stata grande, fa piacere pensare che zio Freddie abbia voluto trovare spazio per la gioia e la bellezza, invece che per la disperazione di una giovane vita, la sua, prossima alla fine, anche nel contesto più brutto che possa essere vissuto nell’esistenza di una persona, cioè la guerra.
Trovando il modo di descrivere la bellezza della natura, del paesaggio e del cielo, e di rimarcare il senso di unità e di vicinanza, sia con i suoi commilitoni che, ancora più importante, con i suoi famigliari ed amici.
Una vicinanza che nessuna separazione, di distanza o tempo, potrà mai intaccare, in quanto, come egli stesso afferma, "tornerà per non lasciarli mai più."


Cornamusiere fino alla fine

Quando lascerò questo mondo alle mie spalle,
in un altro me ne andrò.
E se non ci saranno cornamuse in paradiso,
me ne andrò giù, dritto all’inferno.
Se, col tempo, dovrò separarmi dagli amici,
un giorno c’incontreremo ancora.
Tornerò per non lasciarvi mai più,
sarò un cornamusiere, fino alla fine.

Questo è stato davvero un giorno per cui morire.
Ora, il giorno è quasi giunto al termine.
Lassù nel cielo, un silenzioso gabbiano
si gira, per volare incontro al tramonto.
Ora, la colomba della sera lancia il suo richiamo,
e tutte le colline fiammeggiano di rosso.
E, prima che scenda la notte,
le nuvole si allineano, intrecciate d’oro.

Abbiamo fatto la guardia al fuoco, tutti insieme,
diviso i nostri alloggi per un po’,
camminato per le strade polverose, tutti insieme,
per miglia e miglia.

Questo è stato un bel giorno in cui morire.
Ora, il giorno è quasi giunto al termine.
La mia cornamusa giacerà qui, di fianco a me,
in silenzio, assieme al tamburo da battaglia.
Se, col tempo, dovrò separarmi dagli amici,
un giorno c’incontreremo ancora.
Tornerò per non lasciarvi mai più,
sarò un cornamusiere, fino alla fine.


Lyrics

Piper to the End

When i leave this world behind me,
to another i will go.
And if there are no pipes in heaven,
i’ll be going down below.
If friends, in time, be severed,
someday we will meet again.
I’ll return to leave you never,
be a piper, to the end.

This has been a day to die for.
Now, the day is almost done.
Up above, a quiet seabird
turns to face the setting sun.
Now, the evening dove is calling,
and all the hills are burning red.
And, before the night comes falling,
clouds are lined with golden thread.

We watched the fires, together,
shared our quarters for a while,
walked the dusty roads, together,
came so many miles.

This has been a day to die on.
Now, the day is almost done.
Here, the pipes will lay beside me,
silent, with the battle drum.
If friends, in time, be severed,
someday we will meet again.
I’ll return to leave you never,
be a piper, to the end.




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