Mark Knopfler - Remembrance Day - Mark Knopfler's World

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Testi e traduzioni


Mark Knopfler - Get Lucky


iTunes and Amazon bonus tracks
Early Bird - 5:36
Time in the Sun - 2:52
Deluxe Edition bonus tracks
Pulling Down the Ride - 2:41
Home Boy - 3:15
Good as Gold - 3:27



A cura di Francesco Moretti

Per l’ottavo caso da esaminare, il Nostro ci porta indietro nel tempo.
Un villaggio o una cittadina qualsiasi, in Gran Bretagna, seconda decade del ‘900.
La festa del Primo Giorno Di Maggio, il palo eretto nella piazza del paese, infiorato e coperto di nastri colorati e ghirlande, tante persone attorno che ballano la Danza Di Morris, vestiti nei loro costumi tradizionali, balzando ed agitando fazzoletti e bastoni.
È la primavera, con il suo enorme influsso, foriero di vita e di allegria, e questo è il doveroso modo di festeggiarla.
E con la primavera, ricomincia la bella stagione.
Allora ecco tanti ragazzi di vent’anni o poco più, ritrovarsi presso il prato verde vicino alla chiesa, perché il cricket non è solo un gioco, ma un autentico insieme di rituali.
Ecco l’occhio attento del battitore, mazza tra le mani, ritto davanti alla sua linea di battuta, osservare dapprima la disposizione in campo dei suoi avversari, poi la pallina nelle mani del lanciatore, sapendo che gli verrà scagliata, o con potenza o con l’effetto, nel tentativo di abbattere i paletti alle sue spalle, e che dovrà batterla, nel tentativo di non farsi eliminare e di segnare quanti più punti possibile per la sua squadra.
Ed ecco i difensori dell'altra squadra, disposti in campo ognuno secondo il proprio ruolo, sorvegliare con attenzione la propria zona di campo, per intervenire su quante più palline battute possibile e, auspicabilmente, prenderle al volo per eliminare il battitore avversario.
Una piccola guerra, combattuta gioiosamente, per la gloria di un giorno, per lo sguardo di una ragazza, o per poter godere dell’ultima risata alla faccia agli avversari.
Poi però, la bella stagione lascia il posto all’autunno, ed il sole splendente lascia il posto al fumo.
Forse della nebbia, forse dell’artiglieria.
La mazza da cricket diventa un fucile, da usare contro il nemico, prima che il nemico lo usi contro di te.
La pallina diventa una bomba a mano, da scagliare contro bersagli meccanici o umani.
E quei ragazzi di vent’anni che, in divisa bianca, difendevano la propria porzione di campo, a costo, magari, di qualche sfottò, diventano tanti soldati, in divisa verde o grigia, a difendere la propria posizione sul campo di battaglia, a costo della vita.
Quella piccola guerra diventa una guerra vera, combattuta a lacrime e sangue, per, si dice, l’onore, la patria o chissà cos’altro.

“Ho voluto soltanto elencare i nomi di tanti ragazzi giovani, una squadra di cricket.
In tantissime comunità della Gran Bretagna, i giocatori delle squadre di cricket e di calcio, così come in America i giocatori delle squadre di baseball, erano tra i primi a partire per il fronte.”

Può sembrare curioso che uno come il Nostro, notoriamente contrario alla guerra ed ai suoi orrori, capace di scrivere un inno sull’argomento come Brothers In Arms, abbia sempre trattato con grande rispetto gli uomini arruolati nelle forze armate, cosa che non accade spesso tra le persone contrarie ai conflitti armati, che pensano, in un buon numero di casi a ragion veduta, che i militari siano macchine sadiche da combattimento, con il grilletto facile (lo ammetto, anch’io la penso così, anche se non per la totalità dei casi).
Ci sono sicuramente ragioni di famiglia, e questo lo vedremo in seguito.
Ma c’è, forse, un motivo altrettanto importante.
Cioè che per tanti giovani coscritti nelle forze armate, l’arruolamento e l’eventuale andata in guerra non sono stati il frutto di una insana volontà di uccidere ed annientare, ma il triste risultato di un meccanismo molto più grande di loro, al quale, anche per legge, non potevano sottrarsi.
Ragazzi che avrebbero di certo preferito continuare a sfidarsi giocosamente nei campi sportivi, danzare alle feste popolari, vivere intensamente i loro anni belli e costruire amori e famiglie, piuttosto che essere mandati sul campo di battaglia a combattere ed a morire in una guerra di cui, spesso, ignoravano la ragione.
È in omaggio alla loro grande sfortuna che questa canzone è stata composta, ed è un bellissimo pensiero quello che il Nostro dedica a questi ragazzi, facendo cantare l’ultimo ritornello alle compagne ed ai figli di tutta la band, ovvero a coloro ai quali, grazie al sacrificio delle generazioni precedenti, è stata evitata un’uguale esperienza cruenta.


Il Giorno della Commemorazione

Sulla piazzola dell’Albero Di Maggio,
ecco i sinuosi danzatori di Morris.
Alfie L’Arrabbiato, Bill e Ken,
che sventolano fazzoletti, bastoni e stivali
- in omaggio a tutta la terra ed alle sue radici.

Ritto davanti alla linea di battuta,
il battitore dà un’occhiata intorno.
I ragazzi difendono la loro zona di campo.
Il campanile appuntito contro il cielo blu
- quando penso a voi.

Sam e Andy, Jack e John,
Charlie, Martin, Jamie, Ron,
Harry, Stephen, Will e Don,
Matthew, Michael - e così via.

Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.
Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.

Il tempo è scivolato via.
Il cielo dell’estate cede il passo a quello dell’autunno.
Una coltre di fumo attraversa i campi.
Andiamo a combattere un’altra battaglia,
ed a calcare il terreno ispido.

Quando novembre porta
i papaveri nel Giorno Della Commemorazione,
quando il vicario si alza e dice:
“Che Iddio li benedica, tutti quanti.
Non dimentichiamoci dei nostri figli.”

Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.
Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.

Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.
Noi li ricorderemo,
li ricorderemo, li ricorderemo.


Lyrics

Remembrance Day

On your maypole green,
see the winding morris men.
Angry Alfie, Bill and Ken,
waving hankies, sticks and boots
- all the earth and roots.

Standing at the crease,
the batsman takes a look around.
The boys are fielding on home ground.
The steeple sharp against the blue
- when i think of you.

Sam and Andy, Jack and John,
Charlie, Martin, Jamie, Ron,
Harry, Stephen, Will and Don,
Matthew, Michael - on and on.

We will remember them,
remember them, remember them.
We will remember them,
remember them, remember them.

Time has slipped away.
The summer sky to autumn yields.
A haze of smoke across the fields.
Let’s go and fight another round,
and walk the stubbled ground.

When november brings
the poppies on Remembrance Day,
when the vicar comes to say:
“May God bless them, every one.
Lest we forget our sons.”

We will remember them,
remember them, remember them.
We will remember them,
remember them, remember them.

We will remember them,
remember them, remember them.
We will remember them,
remember them, remember them.


Vista la complessità, preferisco dividere la legenda di questa canzone per strofe, piuttosto che per espressioni singole.

- Prima strofa:

La festa del Primo Giorno Di Maggio, prima di diventare la Festa Dei Lavoratori nel tardo 19o secolo, era ed è una celebrazione primaverile di antichissime origini, diffusa in tutto l’emisfero nord.
In Gran Bretagna, nello specifico, le celebrazioni includono l’allestimento dell’Albero Di Maggio (Maypole), un alto palo ricoperto di nastri colorati e ghirlande, attorno al quale viene ballata la Morris Dance (i Morrismen sono, appunto, coloro che la danzano), un’antica danza popolare risalente al 15o secolo, il cui nome inglese deriva dal fiammingo “Mooriske Danse”, ballata eseguendo balzi ritmici, agitando nel contempo oggetti come fazzoletti bianchi e bastoni, in omaggio alla fertilità della terra e delle sue radici, ma anche del bestiame e delle persone.
Non vi è certezza assoluta sul perché questa danza sia chiamata così, anche se, vista l’abitudine di eseguirla annerendosi il volto, il nome possa derivare dal popolo dei Mori.

- Seconda strofa:

Il Cricket è uno sport britannico di mazza e pallina, di origini incerte (i primi riferimenti risalgono alla fine del 1500), giocato da due squadre di 11 giocatori ciascuna, tradizionalmente vestiti con una divisa prevalentemente bianca, anche se ormai sono di uso comune le divise multicolori, in certe tipologie di partite.
La fase cardine del gioco è il confronto tra il battitore (batsman o striker) ed il lanciatore (bowler).
Ognuno davanti alla propria linea, di battuta per il primo e di tiro per il secondo (entrambe chiamate “Crease”), si affrontano l’uno per battere le palline scagliate dall’altro nel tentativo di non farsi eliminare e segnare punti per la sua squadra, il secondo per abbattere i paletti alle spalle del battitore, allo scopo di eliminarlo.
Nel frattempo, i dieci compagni di squadra del lanciatore si dispongono in campo, ognuno secondo il proprio ruolo, per cercare di catturare al volo le battute avversarie (il battitore sarebbe eliminato), oppure per giocare le rimbalzanti, rimandandole al più presto nella striscia di campo interno, nella speranza di poter abbattere i suddetti paletti.

- Terza strofa:
Come riportato nella relazione, lo sport, specie quello di squadra, è una piccola rappresentazione, per fortuna meno cruenta, della guerra.
La metafora del passaggio dal cielo azzurro e vivo dell’estate a quello cupo e fosco dell’autunno rappresenta in maniera lampante il brusco cambiamento dalla guerra sportiva a quella vera, dove tanti ragazzi giovani si sono trovati, loro malgrado, a diventare adulti in fretta e, tanti di loro, a non poterne vedere la fine...

- Quarta strofa:

In memoria di questi giovani soldati britannici caduti nel compimento del loro dovere (originariamente quelli della Prima Guerra Mondiale, in seguito quelli di tutte le guerre), Re Giorgio V istituì il Giorno Della Commemorazione, o Remembrance Day.
Questa ricorrenza si tiene, dall'anno 1919, “all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese dell’anno”, vale a dire ogni 11 di Novembre a partire dalle 11 del mattino, che furono il giorno e l’ora di entrata in vigore dell’armistizio firmato dai rappresentanti della Germania e dell'Entente (anche se l’ora dell’avvenuta firma è stata, in realtà, tra le 5,12 e le 5,20), con l’osservazione dei tradizionali due minuti di silenzio alla memoria.
I papaveri rossi, che sono i fiori simbolo di questa data del ricordo, si devono ad un poema, “In Flanders Fields”, scritto dal fisico canadese, nonché tenente colonnello dell’esercito, John McCrae.
Questi fiori, che crescevano lungo tutti i peggiori campi di battaglia delle Fiandre, divennero, grazie al loro colore rosso vivo, il simbolo di tutto il sangue versato in guerra, ed entrarono a far parte integrante di questa cerimonia a partire dal 1921.




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