Telegraph Road - Mark Knopfler's World

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La recensione del mese di Dario Migliorini

TELEGRAPH ROAD (LOVE OVER GOLD), DIRE STRAITS

Scritta nel 1981 e pubblicata nel 1982 nell’album Love Over Gold, Telegraph Road è uno dei punti alti della discografia dei Dire Straits e per molti il loro capolavoro assoluto. La storica band inglese si formò nel 1977, composta allora dai fratelli Mark e David Knopfler alle chitarre, da John Illsley al basso e Pick Whiters alla batteria e fu attiva fino all’inizio degli anni ’90. In quei 15 anni circa di vita i Dire Straits hanno in realtà visto l’avvicendamento di diversi componenti, al punto che solo Mark Knopfler e John Illsley ne hanno fatto parte per tutto il periodo. Fu proprio Mark Knopfler, considerato tra i più grandi chitarristi solisti della storia del rock, a rappresentare l’anima musicale e lirica della band. L’eclettico musicista scozzese ha svolto un incredibile lavoro sulla chitarra, impreziosito da una tecnica originale nel panorama rock, in quanto suona con le dita e non con il plettro, in una sorta di trasposizione della tecnica da chitarra classica nel rock. Ma Knopfler si è rivelato anche un ottimo scrittore di testi e Telegraph Road è indubbiamente uno dei momenti più alti della sua produzione lirica. Più in generale Telegraph Road ed è ad oggi una delle più note e meglio riuscite suite rock di tutti i tempi.

Per Telegraph Road Knopfler prese ispirazione da due momenti diversi: la lettura del romanzo I Frutti Della Terra dello scrittore svedese Knut Hamsun e il transito in pullman sull’americana Route 24 durante il Making Movies Tour del 1981. La Route 24, che corre in Michigan nella periferia di Detroit, è stata da decenni ribattezzata Telegraph Road, la strada del telegrafo. Ai tempi della sua costruzione quella terra era deserta e selvaggia, mentre negli anni ‘80, dopo decenni di sviluppo industriale, presentava i segni di un inesorabile declino: solo interminabili code di lavoratori pendolari e dati allarmanti di disoccupazione. I temi dell’alienazione lavorativa e dell’inaridimento umano erano trattati nel romanzo di Hamsun, che teorizzava il ritorno dell’uomo verso la natura e una sua dimensione più autentica. Così Knopfler iniziò ad appuntare i primi versi di Telegraph Road.

Nella prima parte della canzone, narrata in terza persona, Knopfler ricostruisce l’epopea dello sviluppo industriale e del progresso civile, con i suoi aspetti migliori e quelli deteriori. I primi pionieri di passaggio fondarono le città intorno alla strada del telegrafo: l’allora innovativo sistema di comunicazione permise di comunicare con ogni altra parte del mondo e agevolò lo sviluppo economico. Intorno al telegrafo crebbero case, scuole e le chiese e si formò la società civile, fatta di leggi e di diritti, specie inerenti il lavoro. Ma dopo il boom arrivarono i problemi: la guerra da una parte, ma soprattutto l’innovazione tecnologica che provocò il declino dei vecchi siti industriali e del settore estrattivo. La gente iniziò a emigrare in cerca di una condizione migliore.

La seconda parte di Telegraph Road assume un punto di vista più individuale. Il narratore ora parla in prima persona e affronta la sua personale condizione. Dapprima osserva l’alienazione delle persone, costrette a ore di coda in solitudine nella propria automobile di ritorno dal lavoro. Poi introduce un elemento di rabbia nel denunciare il proprio stato di disoccupazione e l’impossibilità di raccogliere ciò che ha seminato nella sua vita. È il risultato del declino economico, la dissipazione di quello che era stato costruito nei decenni trascorsi. C’è spazio anche per la vera poesia: “E gli uccelli sui fili e sui pali del telegrafo possono sempre scappare da questo freddo e questa pioggia, puoi sentirli cantare il loro codice telegrafico giù in fondo alla strada del telegrafo.”

Ma è proprio il senso di libertà a stimolare la reazione del protagonista nell’ultima parte di Telegraph Road. In quel dramma anche le relazioni interpersonali, in primis la relazione coniugale, rischiano di rimetterci. Sono lontani i tempi in cui i due innamorati erano felici e si lasciavano andare alle tenerezze. Tutto sembra ormai svanito e la donna sembra aver perso interesse nella loro unione. Allora il protagonista si ribella e insorge: “Ma credi in me, ragazza, e ti porterò via, fuori da questo buio e verso la luce del giorno.” L’ultima strofa è tutta da leggere e rileggere per la sua bellezza disarmante, tra la rabbia e l’orgoglio. Mentre tutto chiude o esplode in fiamme, lui trova la speranza di ripartire. Se l’ispirazione è venuta da I Frutti della Terra, c’è da pensare che la destinazione sia verso un ritorno alla terra, per ritrovare la pienezza della vita.

Anche sull’aspetto musicale Telegraph Road è uno dei punti più alti della discografia dei Dire Straits. Una maratona rock di quasi 15 minuti con sezioni molto diverse tra loro per intensità e arrangiamenti. Sembra che Mark Knopfler e soci abbiano genialmente costruito la dinamica della canzone per accompagnare fedelmente le fasi del racconto. Così, prima di partire con il tema principale c’è una lunga introduzione di tastiere, pianoforte e chitarra resofonica a simulare la quiete riscontrata dal primo pioniere giunto nella zona ancora selvaggia. Poi arriva la prima parte in cui il crescendo strumentale e un primo energico assolo alla chitarra di Knopfler accompagnano la costruzione della città e del telegrafo e l’inizio del progresso. In seguito un bellissimo e malinconico assolo centrale di pianoforte e chitarra rende bene il senso di caduta e di declino. Le ultime strofe vedono ripartire ritmica e arrangiamenti, in abbinamento alla reazione del protagonista. Ancora lo spazio per una parte più malinconica a ricordo di quando la coppia viveva i suoi momenti migliori e arriva il gran finale. Il cantato esprime la determinazione dell’uomo a cambiare vita insieme alla sua donna, poi la tumultuosa chiusura strumentale, che accoglie circa 5 minuti di uno strepitoso assolo di Mark Knopfler alla chitarra, rappresenta il momento definitivo di rabbia e di rottura col passato e col presente. Per quanto detto non temo di definire capolavoro questa splendida sinfonia rock, che i Dire Straits hanno valorizzato anche dal vivo, inserendola sempre nelle scalette dei loro tour successivi. Di Telegraph Road sono note infatti anche le versioni live rientrate nello storico Alchemy del 1984 e nella raccolta Money For Nothing del 1988.

A dispetto del grandissimo successo ottenuto, i Dire Straits, come detto, hanno avuto una storia complicata in termini di formazione. David Knopfler abbandonò presto la band in contrasto con le scelte artistiche e fu sostituito da Hal Lindes. Il batterista Pick Whiters restò fino a Love Over Gold (è lui che impazza in Telegraph Road), ma in seguito lasciò la band, attratto dal richiamo del jazz (fu sostituito dal più rock Terry Williams). Infine al pianoforte e alle tastiere, quasi assenti nei primi due album, arrivarono dal 1980 Roy Bittan della gloriosa E Street Band di Bruce Springsteen (è lui che ci incanta in Making Movies) e, dal 1981, Alan Clark che diventò così finalmente il quinto elemento fisso della band (è lui che esegue la bellissima partitura di pianoforte in Telegraph Road).

Se ti è piaciuta la mia recensione, visita il mio blog https://www.wordsandmusic.it/blog-le-perle/, dove troverai altre mie recensioni di musica rock

Dario Migliorini è da sempre appassionato di musica rock. Oltre ad aver attivato il blog Le Perle sul suo sito www.wordsandmusic.it, è autore del romanzo Coupe DeVille (Frank è tornato a casa), fortemente ispirato alla musica rock (per info: https://www.wordsandmusic.it/product/coupe-de-ville/).






The review of the month by Dario Migliorini

TELEGRAPH ROAD (LOVE OVER GOLD), DIRE STRAITS

Composed in 1981 and released in 1982 on the album Love Over Gold, Telegraph Road is one of the highest points of Dire Straits' discography and, for many, their absolute masterpiece. The historic British band was formed in 1977 by brothers Mark and David Knopfler on guitars, John Illsley on bass guitar and Pick Whiters on drums and was active until the early 90s. In those about 15 years of life, Dire Straits have actually seen the alternation of various components, to the point that only Mark Knopfler and John Illsley have been part of it for the entire period. It was Mark Knopfler, considered one of the greatest solo guitarists in rock history, who represented the musical and lyrical soul of the band. The eclectic Scottish musician has done an incredible job on the guitar, embellished with an original technique in the rock scene, as he plays with his fingers and not with a pick, in a sort of transposition of the classical guitar technique into rock. But Knopfler also proved to be an excellent lyric writer and Telegraph Road is undoubtedly one of the highest points of his poetry. More generally, Telegraph Road and is one of the best known and most successful rock suites of all time.

For Telegraph Road Knopfler took inspiration from two different moments: the reading of the novel Growth of the Soil by Swedish writer Knut Hamsun and the transit by bus on the American Route 24 during the Making Movies Tour of 1981. Route 24, which runs in Michigan on the outskirts of Detroit, has been renamed Telegraph Road for decades. At the time of its construction that land was deserted and wild, while in the ‘80ies, after decades of industrial development, it showed signs of inexorable decline: only endless queues of commuter workers and alarming unemployment figures. The themes of work alienation and human withering were dealt with in Hamsun's novel, which theorized the return of man to nature and its more authentic dimension. So Knopfler began to write down the first lines of Telegraph Road.

In the first part of the song, narrated in the third person, Knopfler reconstructs the epic of industrial development and civil progress, with its best and worst aspects. The first passing pioneers founded cities around the Telegraph Road: the innovative communication system made it possible to communicate with every other part of the world and facilitated economic development. Around the telegraph houses, schools and churches grew and civil society was formed, made up of laws and rights, especially concerning work. But after the boom came the problems: the war on the one hand, but above all the technological innovation that caused the decline of the old industrial sites and the mining sector. People began to emigrate in search of a better condition.

The second part of Telegraph Road takes a more individual point of view. The narrator now speaks in the first person and addresses his personal condition. At first he observes the alienation of people, forced to queue for hours in solitude in their car returning from work. Then he introduces an element of anger in denouncing his own state of unemployment and the inability to reap what he has sown in his life. It is the result of economic decline, the dissipation of what had been built over the past decades. There is also room for true poetry: “And the birds up on the wires and the telegraph poles, they can always fly away from this rain and this cold, you can hear them singing out their telegraph code, all the way down the Telegraph Road”.

But it is precisely the sense of freedom that stimulates the protagonist's reaction in the last part of Telegraph Road. In that drama even interpersonal relationships, primarily the marital relationship, run the risk of losing out. Gone are the times when the two lovers were happy and indulged in tenderness. Everything seems to have vanished and the woman seems to have lost interest in their union. Then the protagonist rebels and rises up: "But just believe in me, baby, and I'll take you away, from out of this darkness and into the day". The last verses are all to be read and read again for its disarming beauty, between anger and pride. While everything closes or explodes in flames, the man finds the hope of starting again. If the inspiration came from The Growth Of The Soil, one should think that the destination is towards a return to the earth, to rediscover the fullness of life.

Also on the musical aspect Telegraph Road is one of the high points of the Dire Straits discography. A rock marathon lasting almost 15 minutes with very different sections in terms of intensity and arrangements. It seems that Mark Knopfler and Co. have ingeniously built the dynamics of the song to faithfully accompany the phases of the story. Thus, before starting with the main theme, there is a long introduction of keyboards, piano and resophonic guitar to simulate the quiet encountered by the first pioneer who arrived in the still wild area. Then comes the first part in which the instrumental crescendo and a first energetic guitar solo by Knopfler accompany the construction of the city and the telegraph and the beginning of progress. Then a beautiful and melancholy central solo on piano and guitar gives a proper sense of fall and decline. The last part see rhythms and arrangements restart, in combination with the protagonist's reaction. Still the space for a more melancholy part in memory of when the couple lived their best moments and the amazing end of the song arrives. The singing expresses the man's determination to change his life together with his woman, then the tumultuous instrumental closure, which includes about 5 minutes of an unbelievable solo by Mark Knopfler on guitar, represents the definitive moment of anger and a break with the past and the present. For what I wrote, I am not afraid to define this marvellous rock symphony as a masterpiece, which Dire Straits have also enhanced live, always inserting it in the setlists of their following tours. In fact, the live versions of Telegraph Road are also well known, included in the historical Alchemy of 1984 and in the Money For Nothing collection of 1988.

In spite of the great success achieved, Dire Straits, as mentioned, have had a complicated history in terms of personnel. David Knopfler soon left the band in contrast to the artistic choices and was replaced by Hal Lindes. Drummer Pick Whiters stayed until Love Over Gold (he's the one who goes mad with his drums on Telegraph Road), but later left the band, attracted by the lure of jazz (he was replaced by more rocker Terry Williams). Finally on the piano and keyboards, almost absent in the first two albums, came from 1980 Roy Bittan of the glorious Bruce Springsteen’s E Street Band (it is he who enchants us in Making Movies) and, since 1981, Alan Clark who thus finally became the fifth fixed element of the band (it is he who performs the beautiful piano partiture in Telegraph Road).


Dario Migliorini has always been fond of rock music. He recently activated the blog Le Perle on his website www.wordsandmusic.it, and he is also the author of the novel Coupe DeVille (Frank è tornato a casa), strongly inspired by rock music (for info: https://www.wordsandmusic.it/product/coupe-de-ville/)




 
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